900 curve in 911

Porsche Italia – strade leggendarie: la Targa Florio e il suo percorso più famoso per un’esperienza indimenticabile. Come percorrere i 70 km del «Piccolo Circuito delle Madonie» toccando il cielo con un dito (e il piede a divertirsi con l’acceleratore…)

  

Il primo contatto diretto con la Targa Florio l’ebbi nel 1981, quando un amico mi chiese di fargli da navigatore nella corsa, nel frattempo diventata rally. Fu l’occasione per vivere di persona l’emozione di un percorso incredibile, di luoghi resi leggendari dal mito della velocità, dell’impresa. Come il rettilineo di Buonfornello, 5 chilometri teatro di velocità superiori ai 300 orari. Le stesse raggiunte attraversando paesi solitamente percorsi da carretti e da qualche utilitaria. O la discesa di Caltavuturo, un toboga tiratissimo da concludere con freni incandescenti, ottimi per accendersi una sigaretta all’alba, come ci accadde quando, durante una pausa delle prove, ci trovammo stremati e privi di accendini.

O, ancora, le tribune di Cerda, tra box e paddock il vero cuore pulsante e operativo della Targa. Dopo quel primo incontro, la mia strada si intrecciò innumerevoli volte con quelle delle Madonie - le 900 curve distribuite sui 70 km del «Piccolo Circuito» - in situazioni spesso ad alto tasso adrenalinico: dagli eventi stampa con test di modelli supersportivi ai raduni di appassionati dal piede pesante, a vari servizi fotografici, anche in compagnia di Ninni Vaccarella, mito siciliano della corsa, che la vinse tre volte alternando la carriera di pilota a quella di preside della scuola di Palermo che ereditò dal padre.

Tanti incontri ed emozioni ogni volta uniche anche se ad essere indimenticabile fu soprattutto una. Era il 2015 e mi trovavo in Sicilia per completare un lavoro per la rivista Ruoteclassiche: immaginare una serie di itinerari che comprendessero un percorso particolare, come una gara in salita, la «speciale» di un rally, la tappa di una gara. Un elenco che non poteva ignorare la Targa Florio, mito assoluto dell’automobilismo sportivo. Se l’essere in Sicilia con questo compito era già un piacere unico, a mettere la ciliegina sulla torta poi pensò Porsche Italia.

Tre percorsi, un mito:

Tre percorsi, un mito:

la Targa Florio si sviluppava su tra differenti tracciati. Il Grande, il Medio e il «Piccolo Circuito delle Madonie», il più famoso

 Che mi mise a disposizione la magnifica 2.7 RS della sua collezione, la 911 più iconica e desiderabile di sempre, fascino puro in livrea arancio, l’abbagliante «signalorange» delle Porsche degli Anni ’70, con grande scritta Carrera a decorare il sottoporta: a muoverla, il sei cilindri boxer capace di 210 CV, tutti utilizzati per spostare velocemente i poco più di 1000 kg di un capolavoro di tecnica e stile. Devo ammetterlo: il connubio 911 2.7 RS-Targa Florio ha profondamente segnato la mia stabilità emotiva.

La storia infinita:

La storia infinita:

sulle Madonie non è difficile trovare tracce della passione per la Targa Florio. Come le vecchie scritte su questa casa cantoniera
Agile, potente, sicura. Sulle strade della Targa Florio la 911 2.7 RS è piacere di guida allo stato puro

Se le curve della Targa, con le loro traiettorie sgarbate e il fondo reso gibboso da radici e smottamenti, sono un’autentica scuola di pilotaggio, percorrerle con la RS fa sentire subito laureati, per l’agilità, la sicurezza, la potenza che trasmette con la sua infinita terza marcia, con passaggi che sembrano normali anche se rasentano i limiti della fisica e, a volte, della ragionevolezza. Una sensazione da brividi lungo la schiena e salivazione rada, anche ad anni di distanza. Nel frattempo, il «Piccolo Circuito delle Madonie» ha conosciuto mutilazioni, deviazioni, interruzioni più o meno definitive. Ci ha pensato la natura, con frane e piccoli terremoti, a privare il mondo di un percorso leggendario che, forse proprio per questa impossibilità di essere ripetuto, è destinato definitivamente al mito.

La targa nel cuore

Della Targa Florio, Porsche è la regina assoluta. Con 11 vittorie detiene il record totale di successi, iniziati nel 1956 con Umberto Maglioli al volante dell’agile 550 Spyder. Fu poi la volta di Barth-Seidel con la 718 RSK (1959) e, l’anno dopo, di Bonnier-Hermann. Ancora Bonnier, ma in coppia con Abate, si impose nel ’63, e poi, dal ’66 al ’70, Maieìresse-Muller (906), Hawkins-Stommelen (910), Maglioli-Elford (907), Mitter-Schutz (908/2). L’ultima vittoria fu di Herbert Muller-Gijs van Lennep che si imposero nell’edizione del 1973 con la potentissima 911 Carrera RSR. Un grande amore, quello tra Porsche e la corsa siciliana, che la Casa di Zuffenhausen volle omaggiare dedicandole uno dei suoi modelli più famosi, la 911 Targa.

Alessandro Giudice
Alessandro Giudice
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