Curve e Chianti
Viaggio di piacere nell’Italia centrale Le strade tra Firenze e Siena conducono per uno dei paesaggi più pittoreschi d’Italia. Ancor più bello se lo si gusta con la nuova Porsche 911 Carrera S Cabriolet
Viaggio di piacere nell’Italia centrale
911 Carrera S Cabriolet
Emissioni CO2 (combinato): 208 g/km
Consumo urbano: 11,6 l/100 km
extraurbano: 7,6 l/100 km · combinato: 9,1 l/100 km
Emissioni di CO2 derivanti dalla messa a disposizione di carburanti: 48 g/km
Classe di efficienza: G (Stato 10/2019)
Il valore medio delle emissioni di CO2 di tutte le nuove vetture vendute in Svizzera è pari a 137 g/km.
Del Chianti Classico? «No grazie, signora, meglio dell’acqua minerale». No, non abbiamo nulla contro il leggendario vino rosso toscano con il Gallo Nero sull’etichetta che un tempo, mescendolo dal tradizionale fiasco rivestito di paglia, i nostri genitori bevevano davanti a gioiosi piatti di pasta mentre discorrevano su come migliorare il mondo. Tuttavia, immediatamente dopo il pranzo nella tradizionale Trattoria da Burde, è ora di dirigersi proprio in quel territorio che deve il suo nome al leggendario rosso. Meglio quindi restare assolutamente sobri al volante della nuova Porsche 911 Carrera S Cabriolet con motore boxer biturbo da 450 CV (911 Carrera S Cabriolet: Emissioni CO2 (combinato): 208 g/km, consumo combinato: 9,1 l/100 km, emissioni di CO2 derivanti dalla messa a disposizione di carburanti: 48 g/km, classe di efficienza: G (Stato 10/2019)) e fino a 530 Nm di coppia alle ruote posteriori, fulmineo cambio a doppia frizione PDK con otto rapporti – fondamentale alle temperature miti che si trovano 480 chilometri a sud del Passo del San Gottardo – capote in tessuto.
Appena giunti sulla Via Chiantigiana (SS 222), la famosa strada del vino, in direzione di Siena, allo sguardo si rivela tutto ciò che chi visita la Toscana perde se pensa al Chianti solo come a un bicchiere di vino: un paesaggio da cartolina di travolgente bellezza ai piedi di dolci colline, risplendenti oliveti argentei, cipressi allineati, magnifici edifici come nella scenografia di un film storico e, naturalmente, vigneti ovunque si guardi. Le estese foreste di querce, faggi e castagni risvegliano l’impressione di una natura incontaminata in mezzo a questo storico paesaggio culturale. Attraverso tutto ciò serpeggiano strade che ubriacano anche senza il piacere del vino. Gli 893 metri del Monte San Michele, la vetta più alta della regione, possono far sorridere in Svizzera, ma il saliscendi tra le curve nel Chianti tiene testa a qualsiasi passo alpino. Più ci si allontana da Firenze, più si stringono i tornanti, e quanto più impegnative si fanno le pendenze, tanto più chiaro si fa anche il motivo per cui la nuova 911 con la sua larga carreggiata e lo sterzo ultra-preciso sia ancora il punto di riferimento in termini di dinamica di marcia. Anche in modalità sportiva con regolazione degli ammortizzatori più rigida, il fondo stradale non sempre perfetto non risveglia il timore di dover poi consultare un dentista locale o un ortopedico. Buono è anche il fatto che i freni siano molto potenti, perché se noi stiamo viaggiando a un ritmo moderato, scoiattoli e lepri non badano di certo ai limiti di velocità! Certo, il viaggio sarebbe godibile anche nella coupé, ma quel 42 percento di tutti gli acquirenti svizzeri che dal 2008 ha optato per la 911 in versione aperta parla di per sé. Grazie al nuovo impianto idraulico, la capote, che isola in modo eccellente e non si gonfia neppure alle alte velocità, si apre in soli 12 secondi: il cielo toscano si fa vicino, il flusso d’aria ha un effetto tonificante e il suono del motore boxer arriva senza filtro alle orecchie. Senza dimenticare che, guidando una vettura cabrio, può capitare di ricevere una proposta di matrimonio al semaforo. Ma non c’è bisogno di montarsi troppo la testa. È tutto merito dell’aspetto muscoloso della vettura con la sua silhouette iconica, la fascia di raccordo sottile senza interruzioni sul retro e il sound caratteristico.
Chi visita la Toscana perde molto se pensa al Chianti solo come a un bicchiere di vino
L’onere della sosta
Per quanto poco si possa soddisfare la propria fame di curve o saziarsi del viaggio in una breve escursione in Toscana, vale però la pena, di tanto in tanto, di parcheggiare l’auto ed esplorare a piedi i villaggi e i centri urbani, quasi sempre liberi dalle macchine. Una prima tappa sulla strada del vino la merita Greve in Chianti, il centro commerciale della regione, a prima vista poco spettacolare, ma con una graziosa piazza e portici pieni di negozi, tra cui la famosa Antica Macelleria Falorni, con forse il miglior salame del mondo. Diciotto chilometri a sud-est sulla strada provinciale SP 2, le stradine medievali di Radda, la cosiddetta «anima del Chianti» invitano a girovagare. Presso Gaiole, lungo il torrente Massellone, inizia invece la Strada Dei Castelli Del Chianti (SP 408) che collega tra loro romantiche fortezze e castelli – come il Castello di Brolio, troneggiante su una collina, che fin dalle sue origini longobarde è stato più volte assaltato, distrutto e ricostruito amorevolmente nello stile di ciascuna epoca.
E dato che ci troviamo già in mezzo a edifici millenari, perché non pernottarci pure? Non lontano da Siena si staglia Castel Monastero, anch’esso risalente all’XI secolo, splendidamente restaurato come resort di lusso con un grande centro benessere e due lussuosi ristoranti dove gustare il meglio della cucina toscana. Quando infine l’oscurità si è insinuata nel giardino assolato d’Italia, la risposta non può essere che «Sì». Ben venga un bicchiere di questo famoso vino rosso toscano.
È meglio avere un dolore nel portafoglio che un dolore nel cuore
Da qui, la mattina seguente ci sarebbe ancora molto da scoprire: Siena, ingiustamente oscurata da Firenze, con la sua del Piazza del Campo, per esempio, il cui tradizionale Palio attira migliaia di visitatori due volte all’anno. San Gimignano, la città delle torri. Oppure, sulle orme degli Etruschi, le pittoresche località di Sovana, Pitigliano e Volterra. E invece che cosa si fa quando rimangono appena un paio d’ore nelle terre del Chianti, ma grazie a un bagaglio compatto restano pur sempre quasi 100 litri di vano bagagli libero? Ma è ovvio: si inserisce Castellina, la capitale del vino Chianti, nel navigatore satellitare tramite il display touch da 10,9 pollici. Oppure – previo appuntamento – la posizione dell’azienda agricola Antico Podere Gagliole, collocata in un piccolo sobborgo e donata dal figlio del re longobardo Berengario alla propria moglie per il matrimonio nell’anno 994. Oggi qui l’avvocato e banchiere svizzero Thomas Orso e sua moglie Monika Bettschart producono vino su un’area di dieci ettari.
La passione con cui il giovane direttore Marketing e Vendite Cosimo Soderi spiega come qui, su pendici sostenute da muretti a secco, seguendo secoli di tradizione, quello che è la «Porsche dei vini» venga coltivato, vendemmiato a mano, fermentato e versato per l’invecchiamento in botti di rovere francese, è contagiosa. E al più tardi dopo la degustazione di cinque vini rossi, ma anche di due bianchi (per i guidatori di Porsche sotto i calici da degustazione sono naturalmente pronte le sputacchiere) diventa chiaro perché il Chianti sia conosciuto ben al di là dei confini del suo territorio e perché oggi sia molto più che il ricordo di una bottiglia impagliata. E perché il volume del bagagliaio della 911 si possa ampliare da 132 a 163 litri con i sedili posteriori abbassati. E, non da ultimo, perché un detto toscano affermi che avere un dolore nel portafoglio sia meglio che averne uno nel cuore.