Illustration of a Porsche driving on a straight line with streaks of red light behind it.

Tradizione e visione

Il giovane Ferdinand Porsche inizia a interessarsi presto ai motori ibridi per combinare il meglio del mondo elettrico e di quello a combustione. Più di 100 anni dopo il fondatore, gli ingegneri Porsche portano avanti con successo l’idea dell’ibrido in diversi modi.

Illustrazioni: Sophia Rackl, Kai Pippig   

Sin dal suo lancio con il nome di «Intelligent Performance», avvenuta nel 2010, la tecnologia ibrida è diventata un pilastro tecnologico di Porsche. Da Full Hybrid che ricaricano la batteria durante la guida, passando per Plug-in Hybrid che possono essere ricaricate anche da una fonte di corrente esterna, fino al sistema T-Hybrid con turbocompressore elettrico: gli ingegneri Porsche sono sempre alla ricerca di soluzioni efficienti. Una panoramica della storia dell’ibrido mostra i vari sistemi.

Lohner-Porsche Semper Vivus

Nel 1900, Ferdinand Porsche sviluppa la prima auto completamente ibrida funzionante del mondo. L’idea del motore misto benzina-elettrico nasce dal fatto che gli accumulatori disponibili allora creano troppi problemi e che in pratica non esiste un’infrastruttura di ricarica. La Semper Vivus (in latino «sempre viva») può rinunciare a soluzioni di ricarica esterne perché il motore a quattro cilindri funge da fornitore di energia mediante un generatore.

Cayenne S Hybrid

Nel 2010, con il lancio della seconda generazione di Cayenne, inizia a essere prodotto in serie il primo sistema Full Hybrid parallelo. L’intelligente interazione nella trasmissione consente di ottenere la massima efficienza. La vettura può essere guidata in modalità interamente elettrica, con il motore a combustione oppure con i due motori – a combustione ed elettrico – insieme. Spinta, recupero e navigazione consentono un’esperienza di guida sportiva ed efficiente. Una pietra miliare sulla rotta verso l’ibridazione da parte di Porsche. Nel 2014 arriva poi la Cayenne S E-Hybrid, la prima Plug-in Hybrid al mondo nel segmento dei SUV Premium.

911 GT3 R Hybrid

La vettura da corsa presentata nel 2010 reinterpreta il principio ibrido: l’energia recuperata durante la frenata viene convogliata in un accumulatore a volano. Premendo un pulsante, l’energia accumulata può essere restituita in poco tempo ai due motori elettrici, che sviluppano insieme 120 kW (164 CV) di potenza aggiuntiva. A seconda della situazione di gara, Porsche può impiegare il motore ibrido in funzione della performance o del consumo.

Panamera S Hybrid

Nel 2011, il sistema Full Hybrid parallelo conosciuto dalla Cayenne fa il suo ingresso nella serie Panamera. Nonostante una potenza di 280 kW (380 CV), è la Porsche con i consumi più bassi di tutti i tempi sino a quel momento. Nel 2013 viene sostituita dalla Panamera S E-Hybrid, la prima Plug-in Hybrid di lusso, con batteria agli ioni di litio di nuova concezione, 306 kW (416 CV) e 36 chilometri di autonomia in modalità puramente elettrica.

918 Spyder

Nel 2010 viene presentato lo studio della supersportiva, la cui produzione in serie inizia nel 2013. Il suo concetto Plug-in Hybrid combina un motore V8 da 4,6 litri con due motori elettrici. Con una potenza pari a 652 kW (887 CV), 345 km/h di velocità massima e un consumo standard NEDC di 3,1 litri/100 km, il modello di serie apre nuovi orizzonti.

919 Hybrid

Tre vittorie assolute a Le Mans tra il 2015 e il 2017 confermano in maniera convincente la performance e l’affidabilità del sistema ibrido. L’asse posteriore viene azionato da un V4 turbo da 2,0 litri, supportato da due sistemi per il recupero energetico che raccolgono energia sull’asse anteriore in frenata e nel tratto dello scarico, immagazzinandola temporaneamente in un accumulatore. Potenza complessiva: circa 664 kW (902 CV). La versione Evo successiva infrange diversi record e viene esentata dalle restrizioni del regolamento. Soltanto grazie agli aggiornamenti software, la potenza aumenta a 853 kW (1.160 CV).

963

Il V8 Biturbo dell’attuale prototipo LMDh impiegato dal 2023 si basa sul motore della 918 Spyder. Inoltre, la cosiddetta Motor Generator Unit (MGU) è responsabile per il recupero sull’asse posteriore durante le fasi di frenata, nonché della generazione di potenza. Nelle fasi di accelerazione, è possibile richiamare in qualsiasi momento l’energia accumulata di 1,35 kWh.

911 Carrera GTS (992)

Il concept del sistema ibrido ad alte prestazioni si basa su informazioni del Motorsport. Fiore all’occhiello del sistema T-Hybrid è un motore Boxer da 3,6 litri (911 Carrera GTS: consumo carburante combinato (WLTP) 11,0 – 10,4 l/100 km, emissioni CO₂ combinato (WLTP) 248 – 236 g/km) di nuova concezione. Quando si accelera, un motore elettrico integrato porta il turbocompressore alla velocità desiderata in un baleno. In questo modo, si crea immediatamente pressione di sovralimentazione. Allo stesso tempo, lavora come generatore, producendo fino a 11 kW (15 CV) di potenza elettrica. La 911 Carrera GTS Coupé accelera così in 3,0 secondi da 0 a 100 km/h, raggiungendo una velocità massima di 312 km/h.

Cayenne e Panamera

Due motori, una propulsione: è questo il principio dei derivati E-Hybrid attuali di Cayenne e Panamera. Un potente motore elettrico permette, da un lato, di ottenere prestazioni di guida superiori in modalità elettrica, dall’altro, di sostenere il motore a combustione in fase di accelerazione. Le trasmissioni completamente rivisitate dei modelli attuali consentono un’autonomia maggiore, una potenza complessiva più elevata e tempi di ricarica più brevi che mai.

Thomas Ammann
Thomas Ammann
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