Elettrificazione Come Arte
Porsche Italia – Visione: un futuro sostenibile interpretato da cinque artisti. È «The art of Soul, Electrified», la mostra di Porsche Italia curata da Stefano Guindani.
Sono 15 opere, 5 trittici, realizzate da altrettanti artisti. Danno vita alla mostra «The art of Soul, Electrified» dedicata alla mobilità elettrica targata Porsche che, per tutto il 2024, viaggerà fra i Centri Porsche italiani. A scegliere gli artisti, di concerto con Porsche Italia che ha promosso l’iniziativa, è Stefano Guindani, grande fotografo e direttore creativo, che quest’idea l’aveva già in mente da un po’ e aspettava l’occasione giusta per darvi seguito: «Sono un grande fan della sostenibilità e credo nell’auto elettrica, anche se i temi che la riguardano sono molti e complessi: conto che l’innovazione e la ricerca li risolvano al meglio. E poi reputo la Taycan una delle più belle Porsche mai realizzate, oltre a essere entusiasmante nella guida e in accelerazione, e averla come fonte di ispirazione è stato fondamentale, anche per gli artisti». Nel suo ruolo di curatore, come li ha scelti? «Per il mio lavoro ho sempre attinto a stimoli e ispirazioni multidisciplinari. Sul computer ho creato cartelle di profili di artisti dei quali ho raccolto i lavori che mi piacciono attingendo ovunque, da Google a Instagram a Pinterest, con il pensiero di coinvolgerli in progetti futuri», dice Stefano Guindani. «Alcuni non li avevo mai incontrati, ma conoscerli di persona non è sempre necessario quando si apprezza la loro arte.» Ogni artista ha avuto il compito di presentare un trittico di opere senza altro vincolo che rappresentare l’anima di Taycan, auto simbolo dell’elettrico «made in Zuffenhausen» e per questo protagonista sotto traccia nello svolgimento dei temi dell’elettrificazione e della sostenibilità.
«Quello che colpisce osservando le opere nel loro insieme è la componente onirica che le accomuna» sottolinea Guindani. «Onirica perché ciò che collega un gruppo di opere all’altro è una sorta di mondo dei sogni, un luogo più o meno immaginario dove vedere ambientata la Taycan.»
E questo nonostante le tecniche e le caratteristiche espressive degli artisti siano profondamente diverse e così la loro interpretazione del tema che, suddivisa in tre diversi momenti, ha dato loro la possibilità di completarla da altrettanti punti di osservazione.
«La componente onirica la leggo anche legata a ciò che rappresenta una Porsche, ovvero qualcosa che ti fa sognare, sia nel momento in cui sei protagonista, guidandola, sia in quello in cui la vedi passare.»
Il gruppo di artisti selezionato è vario e articolato e spazia tra tecniche più o meno tradizionali impiegate con grande personalità. Come succede per l’ambientazione quasi da Gotham City che Alberto Ponticelli realizza con i fumetti, lui che tra l’altro lavora con la Marvel in America, per passare a quella collagistica di Giuseppe Ragazzini: «L’ho conosciuto perché ha inventato mixerpieces, una pluripremiata applicazione per bambini che permette di realizzare collage digitali, che si scompongono e ricompongono solo scrollando l’i-Pad».
«Di Elisa Seitzinger, forse l’artista più quotata e nota del gruppo, mi affascinano i tarocchi che disegna: ha fatto un lavoro molto suggestivo, che pone Taycan in una dimensione sacra e mitologica, tra dei e dee disegnate a china.» Katetheo, invece, usa photoshop per realizzare le sue immagini surreali: «Ma senza sfruttare l’intelligenza artificiale che crea, ad esempio, degli sfondi in autonomia, ma costruendo ogni immagine personalmente, con i dettagli, i colori e le forme frutto della sua creatività». Forte del suo mestiere di reporter, infine, Andrea Frazzetta ha stressato le immagini scattate utilizzando una tecnica a infrarossi che evidenzia dettagli che altrimenti resterebbero ignoti.
Viste tutte insieme, le opere che compongono «The art of Soul, Electrified» rappresentano l’idea di un cammino che non è ideologia ma semplicemente futuro, interpretato da artisti di nuova generazione con curiosità e una visione priva di condizionamenti e pregiudizi: «Mi piace constatare come il marchio Porsche sia assolutamente trasversale: piace a tutti, non incute timore. Una caratteristica non comune tra le supercar lussuose e sportive».