A ritmo di slalom

Un cocktail di precisione di guida e accelerazione rabbiosa.

Una manciata di chilometri dopo, molto più in alto, a Entreves, dalle grandi vetrate dell’Auberge de La Maison, nella calda atmosfera della vera casa di montagna, il colpo d’occhio poteva prendere d’infilata il Monte Bianco, «saldo, nevoso, sereno, a bucare il cielo infinito». 

La variopinta flotta di Macan, con le bandiere Porsche agitate dal vento delle Alpi, era lì pronta a vincere le salite e le discese dell’affascinante percorso di prova, e a dominare le strade rese più strette dalla nevicata. Strade che, tra mille tornanti, tra mille tornanti, si inerpicavano sui pendii delle Alpi Graie fino ai 1951 metri del Passo San Carlo, con una pendenza media del 13%. Ognuna delle tre versioni di Macan disponibili – da quella base, con il nuovo 4 cilindri, 2.0 litri, 265 CV, 400 Nm di coppia (Macan: consumo carburante combinato (WLTP) 10,7 – 10,1 l/100 km, emissioni CO₂ combinato (WLTP) 243 – 228 g/km), alla Macan S, mossa dal 6 cilindri di 2.9 litri, 380 CV e 520 Nm (Macan S: consumo carburante combinato (WLTP) 11,7 – 11,1 l/100 km, emissioni CO₂ combinato (WLTP) 265 – 251 g/km), fino alla Macan GTS – ha confermato di possedere il DNA Porsche: un cocktail di maneggevolezza, precisione di guida, docilità e dolcezza, ma anche accelerazione rabbiosa, cambiate rapide, frenate selvagge o vellutate, ubbidienza e prontezza nel correggere ogni distrazione del guidatore.

La sera, a cena, svelando tutti i segreti della nuova Macan, Alessandro Baccani, pilota e trainer di prodotto presso Porsche Italia, oltre a farci notare come la parte anteriore, ridisegnata, era riuscita nel duplice intento di rafforzare l’espressione sportiva dell’auto e di integrare armoniosamente la grande mascherina nelle prese d’aria di raffreddamento, ci spiegava come anche gli pneumatici ad alte prestazioni sviluppino più rapidamente le forze trasversali, con effetto positivo sulla sensazione di guida. La cena si concludeva con una mousse di cioccolato extra fondente con lamponi e profumo di cardamomo: una chiusura di grande qualità, come tutto l’evento, e di personalità decisa, anche nella dolcezza. Proprio come la Macan, morbida e docile da guidare, ma anche capace, quando serve, di mostrare le unghie. Tornando verso Milano, dagli scarichi della GTS risuonava il ruggito della belva. Un urlo che arrivava fino al cielo, nella valle che si preparava al tramonto. Facendosi avvolgere dalle ombre della sera che calavano – inesorabili – dalla sommità delle montagne più alte.